Monografia a stampa
Martelli, Margherita
Enrico Cuccia in Africa Orientale Italiana (1936-1937) : Carteggio Enrico Cuccia Alberto D'Agostino
Milano : FrancoAngeli, © 2007
Abstract/Sommario:
Dal luglio 1936 al novembre del 1937 Enrico Cuccia – allora funzionario presso il Sottogretariato per gli scambi e valute – fu delegato (assieme al collega Giuseppe Ferlesch) a una delicata missione in Africa Orientale Italiana dovuta alle irregolarità riscontrate durante il Vicereame di Rodolfo Graziani, incarico richiesto dal sottosegretario Felice Guarneri e seguito da Alberto D’Agostino (divenuto nel 1939 amministratore delegato della Banca Commerciale Italiana), allora al vertice ...; [leggi tutto]
Dal luglio 1936 al novembre del 1937 Enrico Cuccia – allora funzionario presso il Sottogretariato per gli scambi e valute – fu delegato (assieme al collega Giuseppe Ferlesch) a una delicata missione in Africa Orientale Italiana dovuta alle irregolarità riscontrate durante il Vicereame di Rodolfo Graziani, incarico richiesto dal sottosegretario Felice Guarneri e seguito da Alberto D’Agostino (divenuto nel 1939 amministratore delegato della Banca Commerciale Italiana), allora al vertice del servizio delle valute. Cuccia, a quel tempo ventottenne, proveniva dall’IRI, che lo aveva inviato a Londra, e dalla Banca d’Italia. Si pensò a lui poiché era necessario, per svolgere un compito che si presentava arduo, ricorrere a una personalità integerrima, competente e allo stesso tempo dal carattere intransigente. Un lavoro svolto egregiamente, tant’è che il Duce in persona si sarebbe congratulato con lui per il lavoro svolto in circostanze particolarmente difficili, in quanto aveva instaurato un principio d’ordine in un vasto territorio, rendendo più efficaci i controlli contro il contrabbando di valuta.
Nella collana “Temi di storia” l’editore Franco Angeli pubblica ora il carteggio fra il giovane funzionario e Alberto D’Agostino – “Enrico Cuccia in Africa Orientale Italiana (1936-1937)”, a cura di Margherita Martelli, funzionaria dell’Archivio Centrale di Stato, e di Maria Procino, ricercatrice storico archivista, con una prefazione di Paolo Simoncelli – un lavoro interessante per un duplice pregio. Da una parte gli studiosi troveranno abbondante materiale sui problemi tecnico-monetari resi difficili dall’intrecciarsi degli interessi privati, la corruzione, la confusione, e l’impreparazione di fronte alla grande opera di ricostruzione delle infrastrutture dell’impero: la rete ferroviaria e stradale, l’organizzazione portuale, i collegamenti marittimi e aerei, le banche e il contrabbando del tallero. Dall’altra la ricostruzione fatta da Martelli e Procini, quasi con taglio giornalistico, precisa e di esemplare chiarezza del viaggio dei due funzionari ad Addis Abeba, dei loro problemi logistici, dei contatti avuti sul luogo, dell’ambiente, dei trasporti, del clima in una regione in cui risultava impervio adattarsi, e soprattutto dei duri contrasti tra Graziani e Cuccia che ampliarono le difficoltà della missione. Le curatrici hanno in altre parole saputo raccontare una pagina della storia coloniale italiana nell’Africa Orientale con le testimonianze dei personaggi che la vissero direttamente.
L’immagine che emerge è quella di un Cuccia fin da giovane risoluto, dal carattere irremovibile, deciso, così come lo avremmo ritrovato negli anni in cui diresse Mediobanca. Riservatissimo, indisponibile a concedere interviste, puntiglioso e capace fino in fondo di difendere le sue strategie economico-finanziarie, per quanto con una visione diversa dello Stato dopo la fine del Fascismo, di cui non fu mai un sostenitore. [pg, luglio 2009]
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