Monografia a stampa
Germano, Luca
Governo e grandi imprese : La Fiat da azienda protetta a global player
Bologna : il Mulino, © 2009
Abstract/Sommario:
Il tema affrontato da Luca Germano in questo saggio riguarda una questione sulla quale sono stati ben pochi fino ad ora gli elementi di approfondimento: il rapporto fra i decisori pubblici e le imprese automobilistiche nel periodo fra il 1980 e il 2007. Germano, che insegna Governo locale nella Facoltà di Scienze politiche a Trieste, ha affrontato il problema in maniera esauriente e documentata e offre un quadro più che interessante che ha per protagonista la nostra maggiore casa autom ...; [leggi tutto]
Il tema affrontato da Luca Germano in questo saggio riguarda una questione sulla quale sono stati ben pochi fino ad ora gli elementi di approfondimento: il rapporto fra i decisori pubblici e le imprese automobilistiche nel periodo fra il 1980 e il 2007. Germano, che insegna Governo locale nella Facoltà di Scienze politiche a Trieste, ha affrontato il problema in maniera esauriente e documentata e offre un quadro più che interessante che ha per protagonista la nostra maggiore casa automobilistica, che proprio ora, con l’acquisto della Chrysler americana, sta vivendo un nuovo capitolo della sua storia.
L’autore prende spunto su quanto sostiene Charles Lindblom in relazione all’interesse privilegiato e al sostegno che i governi forniscono alle grandi imprese – i “campioni nazionali” - ed esamina quanto è avvenuto in Europa nel settore automobilistico.
Le differenze sono sostanziali, ma occorre prima di tutto tener conto della storia del nostro più grande gruppo industriale, le cui vicende sono state segnate, pressoché costantemente, da rilevanti aiuti governativi – incentivi per la ricerca e lo sviluppo e per la ristrutturazione e innovazione, ammortizzatori sociali, sgravi fiscali, barriere alle importazioni e altri aiuti straordinari. In altre parole, nel nostro paese si è assistito a una vera e propria politica di protezionismo nel settore auto e, per citare un caso noto, basterebbe pensare all’acquisto della Alfa Romeo strappata dalla FIAT, alla metà degli anni Sessanta, alla Ford, dopo che l’Iri aveva praticamente accettato l’offerta americana, grazie a un forte azione di pressione. Nella seconda metà degli Ottanta, bisogna ricordare, la concentrazione del potere nelle mani degli Agnelli era enorme, a cominciare dal controllo del Corriere della Sera. La Galassia Fiat era divenuta una sorta di “stato nello stato”.
Detto questo bisogna vedere quanto è successo all’estero dove gli stati hanno anche loro aiutato le case automobilistiche. La differenza sostanziale è che, mentre nel Regno Unito sono prevalse logiche di mercato, e in Francia le politiche sono state mirate al collocamento sul mercato globale, in Italia ciò non è avvenuto. La Fiat si è adagiata sugli aiuti. “Il riflesso di ciò sta nella perdita di rilevanza italiana nell’ambito della grandi nazioni produttrici per i mercati internazionali. Mentre la Francia è stata in grado di aumentare del 40% i suoi volumi di produzione, la Germania ha accresciuto i suoi del 13%, il Italia il volume di produzione è diminuito del 15%”.
Tuttavia le nuove normative europee sugli aiuti di stato se – sostiene l’autore – nel breve periodo hanno influito negativamente sulle capacità di mercato della FIAT, nel lungo periodo costituiscono uno stimolo positivo per una revisione della cultura manageriale e la strategia competitiva del gruppo automobilistico. La Fiat è ora divenuta un global player e ciò non può che giovarle. [pg, novembre 2009]
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