Monografia a stampa
Ricolfi, Luca
Il follemente corretto : L'inclusione che esclude e l'ascesa della nuova élite
Milano : La nave di Teseo, © 2024
Abstract/Sommario:
Diciamo subito che “Follemente corretto” non è un libro facile, trattando di sociologia e di linguistica, ma che è opportuno segnalare in quanto descrive la società in cui viviamo che quindi bisogna conoscere. L’autore, Luca Ricolfi, è un sociologo docente di Analisi dei dati all’Università di Torino, fondatore della rivista di analisi elettorale “Polena” dell’Osservatorio del Nord Ovest. Attualmente è presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume. Fra i suoi numero ...; [leggi tutto]
Diciamo subito che “Follemente corretto” non è un libro facile, trattando di sociologia e di linguistica, ma che è opportuno segnalare in quanto descrive la società in cui viviamo che quindi bisogna conoscere. L’autore, Luca Ricolfi, è un sociologo docente di Analisi dei dati all’Università di Torino, fondatore della rivista di analisi elettorale “Polena” dell’Osservatorio del Nord Ovest. Attualmente è presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume. Fra i suoi numerosi libri - alcuni premiati - richiamiamo “La società signorile di massa” nel quale ha parlato del “politicamente corretto”, una categoria sociologica sorta negli Stati Uniti durante gli anni Settanta del Novecento, diffusasi nell’intero mondo occidentale, nata soprattutto con lo scopo di promuovere coesione e rispetto per i soggetti più deboli. Si trattava - scrive l’autore - «essenzialmente di una “politica degli eufemismi”: non devi dire negro, meglio se dici nero; non devi dire cieco, meglio se dici non vedente; non devi dire donna di servizio, meglio se dici colf». Il politicamente corretto è poi giunto in Europa nei primi vent’anni della sua storia (1975-1995) rimanendo relativamente innocuo, come testimoniano la letteratura e il cinema. “Sappiamo, infine, - continua Ricolfi - che un notevole impulso alla esasperazione del politicamente corretto è avvenuto da alcuni episodi specifici come l’elezione di Trump (2016), lo scandalo Weinstein (2017) e l’uccisione di George Floyd (2020)”. La sua metamorfosi in “follemente corretto” è stata resa possibile dalla straordinaria espansione delle reti di comunicazione e dei “social”.
Ma il nuovo credo limita la nostra libertà di espressione e genera profonde fratture sociali che favoriscono l’ascesa di una nuova élite, autoreferenziale e lontanissima dal vivo sentire dei ceti popolari. In questo senso l’autore racconta decine di casi sul “follemente corretto”, spiegando come si genera e si propaga: “L’inclusione che esclude e l’ascesa della nuova élite” è infatti il sottotitolo del libro segnalato. Scrive l’autore: “Vedendolo in azione ho capito che la ragione per cui il follemente corretto mi pareva non definibile è che ne cercavo una definizione statica, mentre quel che lo caratterizza è il meccanismo della sua propagazione: quello che dobbiamo chiederci non è cos’è, ma come funziona”.
Da quanto abbiamo scritto, si comprende come diviene impossibile, in questa nota, sintetizzare il pensiero di Ricolfi, che comprende anche la scuola, l’economia, i nuovi poteri forti che “in nome dell’inclusione, stanno alimentando forme inedite di esclusione ed emarginazione dei più deboli”. Il testo proposto deve quindi essere letto con attenzione, come del resto merita l’argomento sociologico e linguistico. [pg, aprile 2025]
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