Monografia a stampa
Markaris, Petros
Il prezzo dei soldi
Milano : La nave di Teseo, © 2017
Abstract/Sommario:
Una lettura elettrizzante quella della nuova indagine del commissario Kostas Charitos ne “Il prezzo dei soldi” di Petros Markaris, scrittore e sceneggiatore turco, nato a Istanbul nel 1937. Elettrizzante per la trama, per l’esposizione di palmare chiarezza e anche per il perfetto sottofondo filosofico-economico. Ci troviamo in Grecia, una Grecia però in piena ripresa economica, nella quale tutti vivono con entusiasmo dopo anni di gravissima crisi. Il commissario Charitos si trova di fr ...; [leggi tutto]
Una lettura elettrizzante quella della nuova indagine del commissario Kostas Charitos ne “Il prezzo dei soldi” di Petros Markaris, scrittore e sceneggiatore turco, nato a Istanbul nel 1937. Elettrizzante per la trama, per l’esposizione di palmare chiarezza e anche per il perfetto sottofondo filosofico-economico. Ci troviamo in Grecia, una Grecia però in piena ripresa economica, nella quale tutti vivono con entusiasmo dopo anni di gravissima crisi. Il commissario Charitos si trova di fronte al caso di un funzionario dell’ente del turismo freddato con un colpo di pistola alla testa nella sua abitazione. Poco dopo è la volta di un noto armatore ad essere pugnalato nel suo ufficio. Non basta. Ad essere ucciso nella sua macchina è anche un vecchio amico giornalista. Il commissario indaga intelligentemente e sospetta che i tre omicidi siano legati l’uno all’altro e che nascondano colossali interessi finanziari connessi al narcotraffico e al danaro sporco riciclato nelle isole Cayman e al quale si deve la ripresa della Grecia. Indagini che però sono ostacolate dal fatto che per i tre casi gli autori degli omicidi sono scoperti e quindi i superiori li considerano chiusi. Non occorre approfondire, gli viene detto. I colpevoli sono stati trovati, ma Charitos non ne è convinto e da solo va fino in fondo. Proprio l’intrecciarsi tra la vita quotidiana e l’investigazione del commissario - il quale non smette di ragionare in famiglia, o mentre assapora un caffè con una brioche, di fronte a quelli che apparentemente sembrano casi risolti - dà un sapore inconsueto e stimolante alla lettura. Si aprono scenari inquietanti di banche delle Cayman che aprono filiali in Grecia, di grossi armatori che decidono di tornare in patria, di navi affondate a Odessa o bruciate in Tailandia, di danaro proveniente dal narcotraffico. Anche, dicevamo, non manca un po’ di filosofia. Il danaro sporco e quello pulito hanno un punto in comune. A nessuno interessa sapere da dove provengono. «Si sente spesso parlare di riciclaggio del danaro sporco - dice al commissario un personaggio che non rivela il suo nome – nessuno però dice che il riciclaggio è al tempo stesso un investimento in un paese normale, con un governo democraticamente eletto, con un parlamento e delle istituzioni ... a nessuno interessa l’origine del danaro. Basta che esista e garantisca lo sviluppo».
“Il prezzo dei soldi” unisce quindi a una trama assolutamente avvincente, che si discosta dai thriller ai quali siamo abituati, riflessioni economiche attuali. L’interlocutore senza nome spiega al commissario: «Se domani dovessi comprare un pacchetto di azioni e spingessi al rialzo la borsa di Atene a nessuno verrebbe in mente di chiedersi da dove viene il danaro con cui ho finanziato l’operazione. Tutti sarebbero felicemente felici per il rialzo in borsa». Purtroppo spesso è quello che avviene. I latini avrebbero detto “Pecunia non olet”. [pg, set 2017]
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