Monografia a stampa
Brera, Guido Maria
La fine del tempo
Milano : La nave di Teseo, © 2020
Abstract/Sommario:
Dopo il successo internazionale del romanzo “I diavoli”, da cui Sky ha realizzato l’omonima serie tv, La nave di Teseo pubblica “La fine del tempo”, nuovo libro di Guido Maria Brera, il giovane economista che è stato tra i soci fondatori del Gruppo Kairos, e oggi capo degli investimenti della società, distintasi come uno dei migliori gestori hedge d’Europa. Il racconto si snoda sulla vicenda di Philip Wake, noto professore di Storia contemporanea al Birkbeck College di Londra e che in ...; [leggi tutto]
Dopo il successo internazionale del romanzo “I diavoli”, da cui Sky ha realizzato l’omonima serie tv, La nave di Teseo pubblica “La fine del tempo”, nuovo libro di Guido Maria Brera, il giovane economista che è stato tra i soci fondatori del Gruppo Kairos, e oggi capo degli investimenti della società, distintasi come uno dei migliori gestori hedge d’Europa. Il racconto si snoda sulla vicenda di Philip Wake, noto professore di Storia contemporanea al Birkbeck College di Londra e che in passato è stato analista in una grande banca d’affari della City col compito di prevedere le tendenze economico politiche per indirizzare gli investimenti. Dopo essere stato investito da un’auto, perde la memoria e non ricorda nulla neppure del libro che stava scrivendo, intitolato appunto “La fine del tempo”.
Molto ben scritte sono le pagine in cui il protagonista cerca di ritrovare se stesso, di ricordare quanto voleva fare, ma in realtà per Brera la sua storia serve da pretesto per parlare di finanza e di tutto ciò che è successo negli anni, compresa ovviamente la crisi del 2008. In quell’anno c’era una grave situazione da sventare. “La formula magica era il ‘Quantitative Easing’, vale a dire stampare denaro e pomparlo nelle arterie svuotate di un sistema ormai esangue tramite il più grande acquisto di debito pubblico di tutti i tempi”. I tassi zero – scrive l’autore – sono serviti ai ricchi, a chi aveva garanzie da offrire per ricevere prestiti, tutti gli altri hanno solo perso. E ancora: “La prossima frontiera del futuro sono i big data, la robotica, l’intelligenza artificiale. La tecnofinanza va in quella direzione: la posta sul piatto è il più grande dispositivo di controllo inventato dagli uomini per dominare altri uomini”. Wake cerca di ritrovare le idee che stava scrivendo incontrando banchieri, studenti, pensando ai suoi professori come Federico Caffè, recandosi in luoghi del suo passato, come una Roma ostile, in un tramonto che sembra accompagnare quello che sta avvenendo nel mondo degli affari.
Un testo attuale, ben congegnato, ma che – lo dobbiamo dire per correttezza – può essere apprezzato da un lettore esperto di finanza, in quanto si muove principalmente e soprattutto terminologicamente in tale mondo, riflettendo la visione dello scrittore secondo il quale il tempo si è fermato per fare posto ai nuovi potenti dell’economia e alle grandi corporation che si muovono in silenzio, condannando il nostro pianeta a eliminare la principale variabile del gioco finanziario: il tempo. “La finanza ha sempre collegato presente e futuro tramite un’unica sacra variabile: il costo del denaro. Ma se i tassi raggiungono lo zero, presente e futuro combaciano”.
Si può non essere d’accordo con quanto afferma Brera, tuttavia si tratta pur sempre di un romanzo. [pg, set 2020]
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