Monografia a stampa
Jampaglia, Claudio
Salvare l'acqua : Contro la privatizzazione dell'acqua in Italia
Milano : Feltrinelli, 2010
Abstract/Sommario:
“Questo è il tempo dell’acqua e della responsabilità politica. Perché l’acqua è un diritto umano, è sete e fame, è ambiente, è lavoro e disoccupazione, è esclusione, povertà, è guerra o pace”. Sono le parole d’introduzione del saggio “Salvare l’acqua. Contro la privatizzazione dell’acqua in Italia” di Emilio Molinari – figura storica dell’ambientalismo italiano e animatore del gruppo che portò alla chiusura della centrale elettronucleare di Caorso – e di Claudio Jampaglia – giornalista ...; [leggi tutto]
“Questo è il tempo dell’acqua e della responsabilità politica. Perché l’acqua è un diritto umano, è sete e fame, è ambiente, è lavoro e disoccupazione, è esclusione, povertà, è guerra o pace”. Sono le parole d’introduzione del saggio “Salvare l’acqua. Contro la privatizzazione dell’acqua in Italia” di Emilio Molinari – figura storica dell’ambientalismo italiano e animatore del gruppo che portò alla chiusura della centrale elettronucleare di Caorso – e di Claudio Jampaglia – giornalista in precedenza impegnato nel settore dell’ingegneria idraulica.
Del problema dell’acqua – uno dei più gravi tra quelli attinenti al futuro del pianeta – non si parla molto, anche per colpa dei media, e sullo stesso sussiste stranamente una sensibilità distratta, confusa, malgrado l’impegno di molte persone.
Questo è l’elemento interessante del lavoro che segnaliamo. Gli autori spiegano e documentano, dopo viaggi e interviste, come l’acqua sia l’indicatore della crisi del sistema, quali implicazioni comporti e sia essenziale per la vita stessa di moltissime persone. Molinari e Jampaglia hanno fatto ampio riferimento non solamente alla situazione italiana - dove l’acqua è una risorsa fragile che ha richiesto, non sempre con successo, la mobilitazione di varie associazioni al di là degli schieramenti politici - ma anche a quella di altre zone del mondo. La loro competenza è fuori discussione, avendo partecipato anche ai Forum sociali mondiali. La tesi sostenuta è volta a dimostrare come gli stati non debbano privatizzare le risorse d’acqua che favoriscono le società multinazionali, a scapito dei poveri. In particolare, nel nostro paese, è necessario battersi contro il “decreto Ronchi”. “Entro il 2011 – scrivono - tutti i rubinetti saranno privatizzati con una quota almeno del 40% consegnata ai privati (con quali patti parasociali?). Entro il 2015 a banche e imprese andrà consegnato anche il 70% delle multiutility quotate in Borsa”.
Molinari e Jampaglia si chiedono se motori della società debbano essere il denaro o i diritti, le borse o la costituzione, lo scontro d’interessi di ciascuno o l’etica e un patto globale perché il mondo non si distrugga da solo.
Indipendentemente dalla posizione politica, i capitoli sulle numerose frane in Italia - un paese in cui prosperano le costruzioni abusive, mancano i piani urbanistici e molte aree sono territorialmente fragili -, sulla Valtellina – definita il Kuwait dell’acqua per gli elettrodotti che portano in pianura ogni anno 5 miliardi di chilowattora prodotti con l’acqua immagazzinata negli enormi bacini in quota -, sulla gestione dell’acqua in Francia, in Brasile e in Sud Africa (a Johannesburg l’acqua depurata con il marchio Coca Cola viene distribuita nei quartieri poveri e costa quindici volte di più dell’acqua dei quartieri ricchi a pochi metri di distanza) forniscono elementi essenziali per la valutazione del problema. [pg, aprile 2011]
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