Monografia a stampa
Bonomi, Aldo
Sotto la pelle dello Stato : Rancore, cura, operosità
Milano : Feltrinelli, 2010
Abstract/Sommario:
Il libro di Aldo Bonomi, pubblicato nella Serie Bianca Feltrinelli, è una vasta indagine sociologica sulla situazione italiana, con l’attenzione rivolta al territorio, nella sua profonda e difficile fase attuale di trasformazione. Una lettura, dobbiamo dirlo subito, rivolta, a causa del lessico particolarmente forbito, a un lettore preparato, che abbia la capacità d’interpretare con cognizione di causa il pensiero dell’Autore. Bonomi è ben conosciuto come fondatore e animatore dell’Aas ...; [leggi tutto]
Il libro di Aldo Bonomi, pubblicato nella Serie Bianca Feltrinelli, è una vasta indagine sociologica sulla situazione italiana, con l’attenzione rivolta al territorio, nella sua profonda e difficile fase attuale di trasformazione. Una lettura, dobbiamo dirlo subito, rivolta, a causa del lessico particolarmente forbito, a un lettore preparato, che abbia la capacità d’interpretare con cognizione di causa il pensiero dell’Autore. Bonomi è ben conosciuto come fondatore e animatore dell’Aaster, un istituto di ricerca sulle dinamiche territoriali che dirige da trent’anni, e per le sue collaborazioni Con “Il Sole 24 Ore” (la rubrica “Microcosmi”); è inoltre direttore della rivista “Communitas” e autore di altri saggi, tra cui “Il Rancore” e “Alle radici del malessere del Nord”.
L’analisi affronta i radicali mutamenti, fondamentalmente antropologici, dell’epoca postmoderna e s’addentra nel terreno del populismo legato al territorio della Lega, di quello berlusconiano di dimensione utopistica e del populismo giustizialista. Le questioni sul tappeto sono numerose. L’ipermodernità è un’epoca di vera e propria “apocalisse culturale”, sta distruggendo le forme tradizionali di convivenza e di integrazione sociale (famiglia, vicinato, comunità di paese), lasciando una scia di spaesamento e dà origine a nuove forme del freudiano “disagio della civiltà”. “Vi è il rischio – scrive Bonomi - che la modernità ci lasci in eredità solo la parte deteriore, dalla violenza domestica e di vicinato all’intolleranza nei confronti dell’altro”.
Il primo capitolo è dedicato al salto di paradigma da capitale-lavoro e stato. Viene in seguito analizzata la crisi dello stato e delle società di mezzo che rappresenta il lavoro e le imprese, per giungere poi alla palude nella quale siamo immersi, nel cuore del problema: il populismo del territorio di marca leghista e il populismo berlusconiano.
“Ciò che alimenta il populismo è proprio il partire, nell’epoca dello spazio globale, da un rinserrarsi nel proprio abitare, luoghi, fabbrichette, invidie di vicinato e gossip televisivo. Occorre pensare al Territorio nella globalizzazione in conflitto con i flussi perversi che lo attraversano”.
Nel capitolo finale si approfondisce l’ipermodernità, “la palude” che si afferma.
Bonomi offre anche la via per vincere la comunità del rancore, affrontarla attraverso le comunità di cura fatta di operatori, medici, insegnanti, impresa sociale e volontariato, il cui compito è costruire una società “aperta”. Vanno quindi rinnovate le formule del welfare e inventate nuove ed efficaci strategie per vincere la paura, il bisogno di protezione, lo spaesamento professionale, in un quadro che deve basarsi sulla comunità politica, “la comunità assente”, non adeguata ai tempi. Ma la via per la speranza esiste.
Secondo l’Autore bisogna ripartire dal pensiero della complessità olivettiano, capace di porsi come autoriflessione del sistema. [pg, marzo 2011]
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